La propensione al gioco d’azzardo è un fenomeno in costante crescita negli ultimi anni. Elevati risultano essere tuttavia i rischi e le ricadute sociali e psicologiche derivanti dalle attività dei giochi, tanto da diventare talvolta una vera e propria patologia. Il soggetto affetto da GAP necessita di diagnosi, cura e riabilitazione. La sintomatologia tipica di questo disturbo si manifesta sia sul piano psichico che su quello somatico con differente livello di gravità.
La propensione al gioco d’azzardo è un fenomeno in costante crescita negli ultimi anni. Elevati risultano essere tuttavia i rischi e le ricadute sociali e psicologiche derivanti dalle attività dei giochi, tanto da diventare talvolta una vera e propria patologia. Il soggetto affetto da GAP necessita di diagnosi, cura e riabilitazione. La sintomatologia tipica di questo disturbo si manifesta sia sul piano psichico che su quello somatico con differente livello di gravità.
Secondo i criteri diagnostici del DSM-V il Disturbo da gioco d’azzardo è caratterizzato da un comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come indicato dall’individuo che presenta quattro (o più) delle seguenti condizioni entro un periodo di 12 mesi:
LA DIPENDENZA DA GIOCO PUÒ CAUSARE:
DISAGIO
ANSIA
DISTURBI
DEBITI
PAURA
FALSITÀ
Questo disturbo è attualmente incluso nella categoria dei Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction (dall’inglese dipendenza), per sottolineare il fatto che gli effetti neurobiologici e comportamentali generati dal gioco d’azzardo sono comparabili a quelli prodotti dai disturbi da uso di sostanze. La ricerca ha inoltre evidenziato che le analogie tra GAP e dipendenze chimiche (es. tossicodipendenza, dipendenza da alcol ecc.) si spingono ben oltre la fenomenologia comportamentale, in quanto necessitano del medesimo approccio di cura. La questione ha rilevanza clinica in quanto autorizza gli operatori ad applicare strumenti terapeutici propri dei programmi per le dipendenze (es. gruppi di aiuto mutuo aiuto). I rischi derivanti dagli effetti negativi della pratica del gioco d’azzardo possono essere di diversa natura e investire tanto la sfera privata quanto il contesto (ambientale e relazionale) in cui è immerso il soggetto, primo fra tutti la famiglia. Si riscontrano conseguenze di tipo psicologico quali la comparsa di depressioni e forme d’ansia, di sonno disturbato o di oscillazione del tono dell’umore. Effetti in campo psico-sociale sono osservabili nel potenziale incremento di problemi coniugali e di rapporti conflittuali con partner e figli, nella perdita di fiducia da parte di familiari e amici, fino a un generale progressivo senso di solitudine e vuoto relazionale. Sono spesso presenti ripercussioni sul piano occupazionale quali negligenze, tempo sottratto al lavoro per il gioco e nei casi più gravi perdita dell’occupazione stessa. Si sottolineano inoltre gli effetti finanziari negativi, come l’aumento dei debiti individuali e/o familiari. Rispetto a quest’ultimo aspetto, sul quale porremo l’attenzione in questa riflessione, va evidenziato come situazioni di indebitamento e talora di sovraindebitamento siano comuni nei soggetti con GAP, e spesso anche tra giocatori non patologici. È usuale il bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato. Si può ipotizzare che alcuni fattori, predispongano, costruiscano e aiutino a mantenere condotte di gioco, ponendo la base sulla quale si innescano escalation e reiterazioni.
Questo disturbo è attualmente incluso nella categoria dei Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction (dall’inglese dipendenza), per sottolineare il fatto che gli effetti neurobiologici e comportamentali generati dal gioco d’azzardo sono comparabili a quelli prodotti dai disturbi da uso di sostanze. La ricerca ha inoltre evidenziato che le analogie tra GAP e dipendenze chimiche (es. tossicodipendenza, dipendenza da alcol ecc.) si spingono ben oltre la fenomenologia comportamentale, in quanto necessitano del medesimo approccio di cura. La questione ha rilevanza clinica in quanto autorizza gli operatori ad applicare strumenti terapeutici propri dei programmi per le dipendenze (es. gruppi di aiuto mutuo aiuto). I rischi derivanti dagli effetti negativi della pratica del gioco d’azzardo possono essere di diversa natura e investire tanto la sfera privata quanto il contesto (ambientale e relazionale) in cui è immerso il soggetto, primo fra tutti la famiglia. Si riscontrano conseguenze di tipo psicologico quali la comparsa di depressioni e forme d’ansia, di sonno disturbato o di oscillazione del tono dell’umore. Effetti in campo psico-sociale sono osservabili nel potenziale incremento di problemi coniugali e di rapporti conflittuali con partner e figli, nella perdita di fiducia da parte di familiari e amici, fino a un generale progressivo senso di solitudine e vuoto relazionale. Sono spesso presenti ripercussioni sul piano occupazionale quali negligenze, tempo sottratto al lavoro per il gioco e nei casi più gravi perdita dell’occupazione stessa. Si sottolineano inoltre gli effetti finanziari negativi, come l’aumento dei debiti individuali e/o familiari. Rispetto a quest’ultimo aspetto, sul quale porremo l’attenzione in questa riflessione, va evidenziato come situazioni di indebitamento e talora di sovraindebitamento siano comuni nei soggetti con GAP, e spesso anche tra giocatori non patologici. È usuale il bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato. Si può ipotizzare che alcuni fattori, predispongano, costruiscano e aiutino a mantenere condotte di gioco, ponendo la base sulla quale si innescano escalation e reiterazioni.
Uno dei meccanismi più frequenti e problematici, nonché indicativi di gravità nei giocatori patologici, è il cosiddetto fenomeno del chasing, ovvero della rincorsa alla perdita, che porta a un esponenziale incremento nel gioco dettato dall’esigenza di recuperare il denaro perduto. È comune in questo quadro il rischio di indebitamento finalizzato al procacciarsi il denaro utile. Come conseguenza può accadere che vengano messe in atto azioni illegali quali frodi, furti, falsificazione o appropriazione indebita di denaro. Si assiste spesso a un progressivo depauperamento delle risorse personali, tanto da costringere il giocatore a confidare negli altri per far fronte a una situazione economica disperata: vengono chiesti prestiti a familiari e amici, spesso mentendo sui reali motivi della richiesta. Alla luce delle considerazioni cliniche, sociologiche e finanziarie appare urgente l’esigenza di sviluppare una strategia d’azione composita e multidisciplinare che si proponga di contrastare il fenomeno.
Solitamente la richiesta di aiuto è relativa alla crisi economica: ciò nonostante, risolvere la situazione economica, sebbene fondamentale, non dovrebbe essere l’unico obiettivo della presa in carico, in quanto quest’ultima è da considerarsi spesso come un sintomo del disturbo. Il soggetto fatica a riconoscere le cause del problema, ovvero l’incapacità di controllare il proprio bisogno di giocare, ma si focalizza sul disastro finanziario. Si tratta di una delle prime resistenze al cambiamento perché chiedere aiuto comporta abbandonare la speranza di poter recuperare magicamente e in fretta ciò che si è perduto. Occorrono maggiori servizi di presa in carico globale e di consulenza specializzata che prevedano la combinazione tra più interventi destinati al soggetto quali colloqui motivazionali, interventi informativi e psico-educativi, tutoraggio, sostegno individuale e familiare, consulenza legale.
Uno dei meccanismi più frequenti e problematici, nonché indicativi di gravità nei giocatori patologici, è il cosiddetto fenomeno del chasing, ovvero della rincorsa alla perdita, che porta a un esponenziale incremento nel gioco dettato dall’esigenza di recuperare il denaro perduto. È comune in questo quadro il rischio di indebitamento finalizzato al procacciarsi il denaro utile. Come conseguenza può accadere che vengano messe in atto azioni illegali quali frodi, furti, falsificazione o appropriazione indebita di denaro. Si assiste spesso a un progressivo depauperamento delle risorse personali, tanto da costringere il giocatore a confidare negli altri per far fronte a una situazione economica disperata: vengono chiesti prestiti a familiari e amici, spesso mentendo sui reali motivi della richiesta. Alla luce delle considerazioni cliniche, sociologiche e finanziarie appare urgente l’esigenza di sviluppare una strategia d’azione composita e multidisciplinare che si proponga di contrastare il fenomeno.
Solitamente la richiesta di aiuto è relativa alla crisi economica: ciò nonostante, risolvere la situazione economica, sebbene fondamentale, non dovrebbe essere l’unico obiettivo della presa in carico, in quanto quest’ultima è da considerarsi spesso come un sintomo del disturbo. Il soggetto fatica a riconoscere le cause del problema, ovvero l’incapacità di controllare il proprio bisogno di giocare, ma si focalizza sul disastro finanziario. Si tratta di una delle prime resistenze al cambiamento perché chiedere aiuto comporta abbandonare la speranza di poter recuperare magicamente e in fretta ciò che si è perduto. Occorrono maggiori servizi di presa in carico globale e di consulenza specializzata che prevedano la combinazione tra più interventi destinati al soggetto quali colloqui motivazionali, interventi informativi e psico-educativi, tutoraggio, sostegno individuale e familiare, consulenza legale.
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